Da sempre i grandi (e piccoli) editori americani (ma non solo) per sopperire alle leggi del mercato rilanciano serie e personaggi nei più svariati modi: un cambio di titolo (che sia l’aggiunta di un aggettivo al nome del personaggio o un nuovo nome, cambio di autori o un evento importante all’interno della serie come la morte del protagonista e il suo conseguente rimpiazzo da una nuova versione).
I due più grandi editori di fumetti americani negli ultimi due anni hanno attuato entrambe un rilancio totale del proprio parco testate. La DC Comics nel 2011 ha dato vita al progetto The New 52 (sul quale ci soffermeremo) come conseguenza degli eventi della saga Flashpoint di Geoff Johns e Andy Kubert. In risposta a questa iniziativa la Marvel Comics ha lanciato Marvel NOW! A seguito degli eventi narrati nel crossover Avengers vs X-Men.
Con Flashpoint la DC Comics intendeva ripetere l’operazione gia effettuata a metà anni ’80 dalla maxiserie Crisi Sulle Terre Infinite di Marv Wolfman e George Perez. All’epoca però le cose erano un po’ diverse, la DC Comics viveva effettivamente un periodo di confusione avendo nei 20 anni precedenti gia rilanciato i propri personaggi offrendoci le versioni Silver Age di Batman, Superman e soci che occasionalmente si incontravano con le loro controparti Golden Age; inoltre avevano da poco acquisito i diritti di pubblicazione di personaggi appartenenti ad altri editori come Capitan Marvel della Fawcett Comics e svariati personaggi della Charlton Comics (The Question, Blue Beetle e altri).
Al lettore serviva quindi maggiore chiarezza su ciò che faceva parte della continuty DC o cosa no. Ecco quindi Crisi Sulle Terre Infinite che ebbe come scopo quello di unificare in una sola continuity tutti questi personaggi. Operazione riuscita non al 100% ma quasi, grazie anche al lavoro svolto successivamente dagli autori per rinarrare le origini degli eroi DC in questa nuova continuity in miniserie come Batman: anno uno di Frank Miller o L’Uomo d’Acciaio di John Byrne che si andavano ad inserire in un contesto totalmente nuovo nel panorama fumettistico statunitense nel pieno della propria maturità all’insegna del revisionismo.
26 anni dopo Flashpoint cerca di fare la stessa cosa, o almeno così speravano o facevano passare la cosa i vertici della DC Comics. Flashpoint ebbe l’arduo compito di unificare l’Universo DC, Vertigo (o parte di essa) e WildStorm in un unica continuity. Non solo, a differenza di quanto fatto con Crisis, la continuity principale è stata quasi totalmente azzerata in modo da alleggerirla nei confronti dei lettori e permettendo così di ringiovanire tutti i personaggi. Ma ce n’era veramente bisogno? Non è chiaro perchè la DC Comics abbia deciso un cambio di rotta così drastico in un momento così proficuo come quello vissuto negli ultimi anni. Il Batman di Grant Morrison e il Lanterna Verde di Geoff Johns tra i due esempi di maggior successo di critica e pubblico. Non bastava un semplice cambio strategico di autori dove necessario senza dover per forza modificare drasticamente continuity e personaggi?
Ad un anno e mezzo (2 anni in USA) dall’inizio dei New 52 la risposta pare sempre più negativa.
Sia chiaro, non si parla in termini di vendite (decisamente a favore dell’editore, soprattutto nei primi mesi) e nemmeno in termini qualitativi per le singole serie (il cui risultato può essere positivo o negativo indipendentemente da reboot o meno e dal gusto personale).
Dopo mesi pare sempre più evidente che ciò che volevano semplificare in realtà è stato solo reso ancora più confuso.
Come detto poco sopra la nuova continuity è quasi riazzerata, gli eroi sono stati ringiovaniti e non sono più in attività da oltre una decina di anni ma da soli 5, molti rapporti che prima esistevano ora non ci sono più o ancora devono formarsi, oppure alcuni personaggi sono totalmente spariti dalla circolazione (si spera solo per il momento come Wally West, il Flash protagonista di una bellissima serie durante gli anni ’90 ad opera di Mark Waid). Questa compressione temporale riesce difficile mettere insieme eventi che tuttora pare vengano ritenuti in continuity perchè se lo sono non lo sono al 100%, vuoi per la mancanza di un personaggio chiave da una parte, vuoi per la mancanza effettiva di tempo che possa rendere credibile la cosa. Un esempio semplice? Batman. Il personaggio più famoso e venduto di tutta la DC Comics. In soli cinque anni ha avuto al suo fianco ben quattro Robin, troppo pochi per far maturare il tipo di rapporto mentore/allievo tipico di queste dinamiche, uno di questi Dick Grayson, ha lo stesso avuto il tempo di maturare e diventare Nightwing, Jason Todd di morire per mano del Joker e ritornare in vita (tra l’altro non è chiaro se gli eventi di Crisi Infinita, necessari all’epoca per comprendere la resurrezione di Jason, siano ancora da considerare canonici). Senza considerare che un anno di questi sotto al mantello di Batman ci fosse Dick Grayson mentre l’originale era a spasso nel tempo come visto nella continuity pre reboot. Ma queste cose non riguardano solo Batman. Gli eventi di Blackest Night, così come tutta la serie di Lanterna Verde di Geoff Johns sono rimasti in continuity con le dovute modifiche al reclutamento delle Lanterne Terrestri. Proprio alla fine di Blackest Night alcuni eroi morti tornarono alla vita, tra questi il supereroe Falco (della coppia Falco & Colomba), che divenne un protagonista della maxiserie Brightest Day. Come si devono prendere ora questi eventi dal momento in cui Falco nei New 52 non è mai morto?
Sono piccolezze, non dovrebbero nemmeno tanto influenzare la qualità delle storie, singolarmente non lo fanno è vero, ma nel quadro globale? Soprattutto dal punto di vista di un lettore di vecchia data tutto questo ha un peso.
La mancanza di una certa solidità da parte della continuity, quella che doveva spaventare i nuovi lettori dall’avvicinarsi alle serie DC Comics si sta piano piano rivelando un arma a doppio taglio. Togliere dalla continuity alcuni episodi, personaggi in determinati eventi o altro può influenzare pesantemente su certi personaggo. Il Joker ormai è sempre più mostrato come un mostro crudele ma è anche stato spogliato di alcuni degli eventi più crudeli commessi da lui, tanto crudeli da renderlo veramente la nemesi del Cavaliere Oscuro, nello specifico: l’omicidio di Sarah Essen mai avvenuto in Terra di Nessuno che è ancora in continuity, Jason Todd ora è più eroico rispetto al vigilante crudele che era prima, Barbara Gordon si è ripresa dalla paralisi. Non è tanto l’influenza che queste modifiche hanno sui tre personaggi che li vede protagonisti quanto l’influenza che hanno sulla caratterizzazione del Joker, decisamente meno credibile nella parte del mostro spietato e così poco burlone che abbiamo imparato a conoscere recentemente. Questi sono soltanto alcuni esempi della confusione conseguente alla nuova continuity. Confusione a volte creata anche da un mancato coordinamento tra autori.
Alcuni personaggi non sono più loro stessi. Al suon di “è una nuova continuity” ci ritroviamo di fronte ad alcuni stravolgimenti, in qualche caso solo estetico, in altri proprio caratteriali, tali da lasciare l’amaro in bocca. Esempio più eclatante un Superman meno boyscout e più manesco… o Lobo passatto dell’essere un energumeno rozzo ad un ragazzo di bell’aspetto che pare uscito da Twilight (con tanto di presa in giro da parte della DC stessa che dopo le rivolte dei fans del personaggio in rete alla prima visione della bozza hanno subito fatto marcia indietro negando che quello fosse il nuovo aspetto del mercenario alieno ma che di fatto è poi apparso nei New 52).


La domanda è: se dobbiamo leggerci personaggi diversi non si faceva prima a cambiare direttamente fumetto? Se un eroe (o criminale) deve cambiare così profondamente il nome non ha più importanza, un nome vale l’altro. Ma qui si parla di icone, leggende! Non si tratta di avere tra le mani un universo alternativo o un elseworld ma delle storie canoniche.
Ma sono anche le scelte editoriali che lasciano un po’ perplessi. Caratteristica che da sempre ha distinto la DC Comics dalla Marvel era quella di mantenere un certo distacco tra una serie e l’altra, in modo da permettere al lettore una certa indipendenza, se non in occasione di eventi di una certa importanza.
Punto di forza di questi New 52 invece parrebbero essere i tie-in, in un susseguirsi di eventi più o meno importanti che vanno a coinvolgere diverse testate, il già citato Batman prima con la Notte dei Gufi e poi con La Morte della Famiglia che andava a toccare tutte le serie del pipistrello, alleati compresi, oppure le serie di Lanterna Verde con la Nascita del Terzo Esercito e L’ira della Prima Lanterna. O crossover tra mensili come il Trono di Atlantide tra Justice League e Aquaman.
Come se non bastasse ci si mettono pure gli autori. Mai come negli ultimi due anni si sono visti così tanti autori susseguirsi al timone di una testata e non a causa di scarsi risultati. Sempre più spesso si ha notizia di dissidi tra scrittori e l’editore sul come mandare avanti la baracca.
Tutto questo non era necessario, la DC ha voluto strafare e ora si ritrova tra le mani una patata bollente ancora più difficile da gestire rispetto a prima. Forse avrebbe fatto meglio a pensare al rilancio dei personaggi che veramente necessitavano di nuova linfa come gia fatto in precedenza da Johns su Lanterna Verde senza dover per forza ripartire con un nuovo universo che invece di superare gli ostacoli di prima pare ne stia imponendo di nuovi.
Forse nonostante l’aumento delle vendite si stava meglio quando si stava peggio.
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