A differenza del fumetto americano e giapponese quello europeo mi ha sempre attratto poco. Qualche Rat-Man durante l’adolescenza, svariati Disney come la bellissima serie PK (Paperinik New Adventures) che non ha nulla da invidiare ai supereroi americani e giusto qualche anno fa mi sono avvicinato a Dylan Dog. Per il resto un paio di volumi ma niente che mi abbia davvero preso, non considero i fumetti britannici perché assimilabili a quelli americani. Ultimamente però ho iniziato a guardarmi attorno e devo dire che c’è davvero tanta roba interessante in giro tra fumetti franco-belga e italiani e quindi, complice l’aver tagliato praticamente tutti gli spillati Marvel e DC in favore delle edizioni in volume, ne ho approfittato per provare qualcosa di diverso dai miei soliti standard. Standard che negli ultimi anni si sono già ampliati ma ci torniamo dopo. La scelta è ricaduta su due titoli: l’italianissimo Nathan Never: Annozero e il belga Thorgal nella nuova edizione da edicola di Panini Comics. Due fumetti estremamente diversi, il primo fantascientifico mentre il secondo è un fantasy vichingo.
Perché proprio Nathan Never? Complice la sempre piacevole lettura di Dylan Dog la voglia di provare un altro eroe Bonelli era davvero tanta e la scelta è quindi ricaduta su quello che, da amante della fantascienza, è più nelle mie corde. E Annozero capita proprio a fagiolo. Si tratta infatti di una miniserie di 6 numeri che rinarra le origini del personaggio, una sorta di reboot/remake. Francamente non so come e quanto differisca dalle origini originali, scusate il gioco di parole. Scritto da Bepi Vigna, uno dei creatori di Nathan Never, e disegnato magnificamente da Roberto De Angelis Annozero è un perfetto starting point per chi vuole conoscere il personaggio, tra atmosfere che ricordano vagamente Blade Runner, la lettura è coinvolgente e scorrevole. Promosso pienamente, continuerò volentieri la miniserie, poi si vedrà.
Discorso totalmente diverso per quanto riguarda Thorgal, perché Thorgal è un fantasy e il fantasy non è esattamente il mio genere, infatti Il Signore degli Anelli non mi è mai piaciuto. Allora perché l’ho preso? Masochismo? No, ora vi spiego. Prima dicevo che negli ultimi anni ho ampliato i miei orizzonti, infatti fino a qualche tempo fa non ero nemmeno fan dell’horror mentre ora è un genere che leggo quasi regolarmente tra The Walking Dead, Outcast, Manifest Destiny e lo stesso Dylan Dog, e anche per quanto cinema e tv, proprio in questi giorni ho visto la trilogia de La Casa di Sam Raimi e la serie tv sequel, Ash vs Evil Dead. Ma tornando al vero argomento, Thorgal appartiene al sottogenere fantasy detto sword and sorcery, genere a cui mi sono approcciato con Conan, l’eroe creato da Robert E. Howard prima con i fumetti Marvel anni ’70 e poi con la versione originale letteraria. Il risultato? Fumetto venduto e libro abbandonato dopo il primo racconto. Poi però ho letto il bellissimo Thor: Dio del Tuono di Jason Aaron ed Esad Ribic che anziché essere un fumetto di supereroi è in tutto e per tutto uno sword and sorcery e come avrete capito mi è piaciuto tantissimo! Non solo, il mese scorso ho letto Weirdworld, miniserie tie-in per l’evento Marvel Secret Wars scritta sempre da Jason Aaron e disegnata da Mike Del Mundo con protagonista Arkon, una sottospecie di Conan, e quindi anche questo di chiara ispirazione sword and sorcery, e anche in questo caso mi è piaciuto! Quindi provare un fumetto famoso come Thorgal non mi è parso totalmente assurdo. Purtroppo non è andata come previsto, la storia di per se si fa leggere ma l’ho trovata piuttosto nella norma presentando tutti gli elementi tipici del genere e dai disegni sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso. Probabilmente è colpa del fatto che il primo numero di Thorgal risale a fine anni ’70, anche se ho visto disegni degli stessi anni molto più avanti stilisticamente, e non metto in dubbio che con il proseguire della serie le cose possano migliorare con l’aggiunta di qualche elemento fantascientifico, sono anche consapevole che non è colpa del fumetto stesso ma colpa mia, ma non mi va affatto di fare una scommessa così grande, meglio troncare la cosa sul nascere. Che fosse solo merito di Jason Aaron?
Nathan Never non mi ha mai attratto più di tanto e il fantasy non è neanche io mio genere [ma ho amato anch’io il Thor di Aaron] quindi siamo sulla stessa lunghezza d’onda 😀
Domandona: com’è Weirdworld? Avevo visto qualche immagine in rete tempo e fa e mi incuriosiva [soprattutto il nome] ma non so proprio se recuperarlo [di fatto non ho neanche capito di cosa parla…sono solo le immagini che mi hanno attirato XD].
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Mi è piaciuto molto, niente di imprescindibile ma se ti è piaciuto il Thor di Aaron potrebbe piacerti, non costa nemmeno troppo, sui 5 euro. Il protagonista è Arkon, una sorta di Conan proveniente da un’altra dimensione che si aggira per Weirdworld (uno dei regni che compongono Battleworld) uno strano posto dove nulla sembra avere davvero senso, alla ricerca del suo regno: Polemachus.
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La prossima volta che lo vedo in giro provo a sfogliarlo, mi ha troppo incuriosito 🙂
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