Supergirl stagione 1 – Recensione

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Quando seppi della serie tv Supergirl francamente non mi aspettavo di vedere una versione femminile di Superman, che fa strano dirlo perché Supergirl, il personaggio, è proprio quello. Ovviamente lo è ma non è normale che viva una vita IDENTICA a quella del cugino. Questo è forse il maggior difetto della serie, o almeno lo è se si conoscono i fumetti di Superman categoria in cui io rientro e purtroppo non posso fare a meno di pensare a come tutta una serie di similitudini, ad essere buoni, abbiano privato di personalità il personaggio e di conseguenza la serie.

Che parte anche bene, il pilot soddisfa pienamente tutte le aspettative, ma già dal terzo episodio ci si può rendere conto che il signor Berlanti, lo stesso di Arrow e The Flash, le serie le faccia con lo stampino. I suoi ingredienti sono un eroe, un team di supporto per l’eroe, un main villain e altri villain usa e getta. Potevo fermarmi con i primi due, perché gli altri beh sono un po’ gli ingredienti necessari per il genere, soprattutto se vuoi tirare una serie per oltre venti episodi. Si perché mi pare di capire che per Berlanti gli eroi da soli non riescano a combinare un tubo e tutti i personaggi che ci girano intorno in un modo o nell’altro finiscono per far parte del suo team di supporto, Arrow ha il Team Arrow, Flash gli STAR Labs, Supergirl ha dietro il DEO, sigla che sta per Department of Extra-Normal Operations, dove OVVIAMENTE (almeno per Berlanti) ci lavora la sorella di Kara (vero nome di Supergirl), Alex Danvers. Ma a sto giro non si è risparmiato e allora ecco che pure due colleghi di lavoro di Kara (che lavora come assistente di Cat Grant, direttrice della CatCo World Wide Media), l’informatico Win e il fotografo Jimmy Olsen (l’amicone di Superman mai stato così ben piazzato fisicamente) mettono su una sorta di base operativa per aiutarla. Si è capito che sta cosa non mi è piaciuta? Ce n’era davvero bisogno? E infatti sta cosa piano piano è stata messa da parte per lasciare spazio al DEO che trovo già abbastanza superfluo di suo. Nelle serie televisive di Berlanti tutti, ma proprio tutti, i personaggi di contorno vivono in funzione dell’eroe, non hanno una vita propria, non hanno uno sviluppo che non sia legato all’eroe stesso, e giunti alla terza serie del genere la cosa sta diventando un po’ insopportabile, almeno per me. Con l’aggravante che in questa serie non c’è un personaggio che sia interessante, a parte forse Cat Grant che però è un personaggio stereotipatissimo. Voglio dire in Daredevil, non per tirare sempre in ballo sta serie tanto meno per dire che Marvel è meglio che non è questo che stiamo dicendo e nemmeno ci interessa, però prendiamo un po’ esempio, tutti i personaggi, dal primo all’ultimo risultano interessanti. Un target diverso non giustifica una scrittura banale. Capite che voglio dire?

Come se non bastasse pare che il massimo dell’originalità per una serie dedicata ad una supereroina fosse il triangolo amoroso tra lei e i suoi due amici che presto diventerà un quadrato. A Win piace Kara, ma a Kara piace Jimmy che a sua volta prova qualcosa per Kara ma è già impegnato con quella stronza di Lucy Lane (la Lane di cui non c’era bisogno, sorella della ben più famosa Lois). Il problema non è tanto l’interesse amoroso quanto il fatto che potevano intanto gestire la cosa in maniera diversa, magari senza doverci infilare a tutti i costi Win che si dichiara e viene friendzonato per poi tornare alla normalità nel giro di due episodi come se non fosse successo niente, e trattare anche argomenti adatti ad un personaggio femminile senza scadere nel banale limitando la vita privata di Kara a questo triangolo.

E niente, si torna alle troppe somiglianze con Superman. Abbiamo Maxwell Lord che praticamente è il Lex Luthor della situazione, non conosco il personaggio originale ma mi pare di capire che non è esattamente così, abbiamo visto il Bizzarro personale di Supergirl, Indigo (la sua Brainiac), tutta una serie di momenti ispirati ai fumetti de l’Uomo d’Acciaio, come il tredicesimo episodio “For the girl who has everything” ispirato al famoso “For the man who has everything” di Alan Moore e Dave Gibbons, il villain Non (che ho scoperto essere il bruto di Superman II) prende il posto di Zod e così via. C’è persino una Lane così possono nominare una puntata si l’altra pure Lois e di conseguenza Superman, Clark Kent e il Daily Planet così da ricordarci che stiamo parlando della cugina di Superman come se la S sul costume non fosse sufficiente! Ci manca solo che Kara diventi una reporter e siamo a posto. Ah! Troppo tardi, è già successo!

Sembra che io voglia demolire questa serie e che non ci abbia trovato nulla di buono, in realtà ci sono state anche tante cose che mi son piaciute e che mi hanno divertito, su tutti il crossover con Flash, le comparsate puramente fanservice degli altri eroi, ma purtroppo tutti quegli elementi mal si amalgamano tra di loro penalizzando il tutto. Che ci sarebbero state puntate dalla qualità altalenante era prevedibile, non era prevedibile che sarebbero state gestite così arrivando ad uno dei finali di stagione più noiosi e banali a cui abbia mai assistito.
Il potenziale c’è, la protagonista è brava ed è perfetta nella parte. Siamo solo alla prima stagione e siamo ancora in tempo per migliorare. Voglio crederci, davvero.

Diamogli un sei sulla fiducia.

5 pensieri su “Supergirl stagione 1 – Recensione

  1. A me questa nuova serie mi e’ veramente piaciuta tanto. Finalmente abbiamo visto un po’ di fantascienza anche in Supergirl, il che non e’ male. E comunque gli intrecci tra i personaggi sono ben delineati. Insomma viste le premesse mi aspetto anche una seconda stagione brillante.

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    • Beh come avrai capito io sono rimasto piuttosto deluso, deluso dagli eccessivi parallelismi con Superman, potevano osare di più. Tutto sommato si lascia guardare, ci sono serie ben peggiori e più osannate, ma ripeto voglio dare fiducia a Supergirl.
      Intanto stasera o in questi giorni inizio finalmente a guardare DC’s Legends of Tomorrow, ho grandi aspettative spero di non rimanere deluso.

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  2. Io ero partito abbastanza prevenuto, ma alla fine mi sono ricreduto, pur essendo d’accordo con le similitudini troppo marcate col cugino e con le altre serie di Berlanti. Nonostante tutto questo però la serie l’ho trovata piacevole. Peccato che in effetti si sia ammosciata proprio sul finale… 😦

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  3. Io invece dall’alto della mia ignoranza devo dire che l’ho amata 😀

    Che non vuol dire che non ne vedo i difetti, anzi sottoscrivo ogni cosa che hai detto [personaggi di serie B, il fatto che si tiri in ballo Superman ogni due minuti, personaggi che vivono solo per la protagonista, trame banalissime], anzi, ricordo anche di aver scritto un posto in cui demolivo totalmente la serie prima ancora che fosse uscita [forse era in occasione del primo trailer, non ricordo…]. Ma alla fine non lo so, sarà che mi sono affezionato, sarà che veramente ogni tanto serve spegnere il cervello, sarà che rispetto alla quarta stagione di Arrow qualunque show diventa un capolavoro, sarà che un saltino di qualità verso la fine l’hanno fatto [l’episodio tratto dalla storia di Moore è stupendo e mi è piaciuto anche come hanno trattato/modificato le origini di Martial Manhutner e anche tutta la storia personale di Alex, che ho quasi preferita alla stessa Kara] ma ho adorato la prima stagione.

    E per quanto sia una serie per adolescenti, ogni tanto credo che offra anche degli spunti interessanti, soprattutto nella seconda stagione dove uno dei personaggi subisce un cambiamento personale molto importante [e trattato in modo molto dignitoso, secondo me].

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