Epic, il mondo segreto, è un film d’animazione del 2013 diretto da Chris Wedge basato sul libro per bambini The Leafmen and the Brave Good Bugs di William Joyce, realizzato da Blue Sky Studios (L’Era Glaciale, Rio, Robots) e distribuito dalla Fox.
La trama vede la diciassettenne MK trasferirsi a casa di suo padre in seguito alla morte della madre. Tra i due non c’è un gran rapporto, lui è ossessionato da una bizzarra teoria, che ha portato alla fine del suo matrimonio, secondo cui in natura esista un microcosmo popolato da esseri minuscoli che non riusciamo a vedere perché vivono in maniera accelerata. Ovviamente MK non gli crede ma suo padre ha ragione, quello che non sa è che esistono due fazioni, i protettori della foresta Leafmen e i malvagi Boggan, in lotta tra loro. Inevitabilmente MK finirà coinvolta nel conflitto dei due minipopoli ritrovandosi rimpicciolita.
Visto ormai alcune settimane fa con zero aspettative miste a curiosità per scoprire cosa avesse di male per essere un quasi flop, devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso e incapace di comprendere come film d’animazione ben peggiori abbiano avuto successo. Anzi a dirla tutta lo capisco perfettamente. Epic nonostante sia ispirato ad una favola non è esattamente rivolto ad un pubblico di bambini, non ha per protagonisti dei simpatici animali con cui farci tantissimi peluche come un Madagascar o L’Era Giaciale (giunto inspiegabilmente al quinto episodio), non si ride a crepapelle dall’inizio alla fine e la storia è più adulta del previsto, non adulta alla Shrek sia chiaro ma indubbiamente matura quanto basta per un pubblico più grandicello.
A colpirmi maggiormente però è stato il character design dei Leafmen, con queste armature di foglia chiaramente ispirate ai guerrieri samurai. Davvero ottimo.
Ma Epic non è privo di difetti, su tutto il rapporto difficile padre-figlia alla fine non viene esplorato, diventa più una cosa funzionale alla trama ma avrebbe meritato maggiore spazio, per tanto così forse era meglio farne a meno e giustificare il trasferimento di MK in altro modo. Inoltre Epic non sa esattamente cosa vuole essere, l’umorismo a volte presente risulta essere quasi fuori luogo, quasi forzato e il momento canoro arriva talmente inaspettato da essere un grandissimo WTF.
Detto ciò Epic è un film passato ingiustamente inosservato, non sarà perfetto e la trama non è originalissima ma è sicuramente meglio di tanti altri film di successo che capitolo dopo capitolo si sono ridotti ad una sequela inutile di stupide gag senza un briciolo di trama
Io l’ho trovato grazioso, mi ha ricordato un po’ Ferngully, per l’intrigo generale (una forza che che vuole la morte della foresta contro una forza che la protegge, più un umano rimpicciolito).
Magari, ha pagato il prezzo di avere poco umorismo citazionistico – che di solito rende le storie fanciullesche più appetibili ai genitori, specie se nerd di vecchia data…
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Lo ha ricordato anche a me, difficile non pensare che il libro si ispiri in parte a Ferngully.
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