Recensione di Episode G Assassin, l’ultimo manga realizzato da Megumu Okada arrivato in Italia appartenente al mondo di Saint Seiya, i Cavalieri dello Zodiaco, creato da Masami Kurumada oltre trent’anni fa.
LA PRIMA SERIE DI EPISODE G
Saint Seiya Episode G, pubblicato in Giappone tra il 2002 e il 2013 (in Italia tra il 2004 e 2014), è un prequel della serie originale dei Cavalieri dello Zodiaco ambientato sette anni prima della serie originale, ovvero nel 1979. Protagonisti della serie sono i Gold Saint, i Cavalieri d’Oro, in particolare Aiolia del Leone, alle prese con la minaccia dei Titani, risorti grazie al dio Ponto.
La serie mi piacque molto all’epoca nonostante lo stile di disegno molto particolare dell’autore, all’epoca si trattò della prima opera derivata dal manga originale, che a modo suo cercò di mischiare le carte in tavola mettendo da parte il classico schema delle saghe a tappe proponendo un unica grande storia in venti volumetti (quaranta in Italia) in cui i Cavalieri di Atena per la prima volta affrontavano anche altre creature mitologiche e non solo guerrieri in armatura. I protagonisti sono i più amati della saga, quei Cavalieri d’Oro che i cinque protagonisti della serie classica si trovarono ad affrontare nella prima mitica saga nella corsa delle Dodici Case, i Cavalieri la cui armatura rappresenta un segno zodiacale e che per questo ci sentiamo in dovere di tifare. I più potenti guerrieri di Atena. I disegni di Okada si diceva sono molto particolari, molto diversi dallo stile datato di Kurumada, i corpi sono snelli ma muscolosi (forse troppo, hanno muscoli che nemmeno esistono), occhi enormi quasi da shojo e un vitino strettissimo come quello delle vespe. Purtroppo spesso erano davvero troppo confusionari, l’utilizzo di tonalità di grigio ed effetti al computer per le luci non aiutavano a comprendere al meglio le tante scene di azione, disegni talmente ricchi di elementi da risultare spesso incomprensibili portandomi a pensare che a colori avrebbe funzionato meglio. Tornando alla trama la serie non si concluse nel migliore dei modi, verso la fine si è concentrato fin troppo su Aiolia cadendo nel classico cliché del protagonista su cui tutti credono, che può benissimo funzionare nella serie classica ma che delude un po’ in un opera che era iniziata diversificandosi da quella e lasciando incompiute diverse sottotrame. Ma ecco spuntare nel 2014 Episode G Assassin…
EPISODE G ASSASSIN
Iniziata nel 2014 e tutt’ora in corso la serie vede protagonista principale Shura del Capricorno che per un motivo sconosciuto ha disertato il Santuario per proseguire una missione personale, il Santuario di conseguenza ha inviato un sicario ad ucciderlo, uno a caso, Aiolia, il fratello del Cavaliere che Shura uccise anni prima sempre per ordine del Santuario.
GIUDIZIO
L’entusiasmo per Assassin presto è calato ma solo perché la nuova serie in realtà non era un sequel ma un prequel, in pratica un prequel del prequel, lasciando nuovamente cadere nel dimenticatoio le sottotrame della prima serie, se verranno mai riprese rimane un mistero. Ma vabbeh, da completista del brand quale sono si legge lo stesso. L’idea non è nemmeno male, i due sono legati da questo tragico episodio e può portare a dinamiche interessanti tra i due. Giunto al terzo volume italiano, ovvero a metà del secondo volume originale, la trama non ha ancora esattamente ingranato, l’autore se la prende comoda per predisporre un po’ le basi introducendo i nuovi avversari (di cui non voglio parlare per non rovinarvi la sorpresa), ma se i primi due volumi mi avevano lasciato piuttosto indifferente il terzo mi ha totalmente conquistato. Merito della narrazione, che non so e attribuire all’autore o all’adattamento italiano di Planet Manga. “Orbene Shura, preparati a metter piede in quel paradiso che prende nome di battaglia e che si estende oltre i fulgori generati dal cozzar di spade”. Questa è solo una delle tante frasi epiche contenute nel terzo volumetto dell’edizione italiana, dialoghi che ricordano non poco lo stile narrativo di Frank Miller, senza voler paragonare opere così differenti come questa e quelle di Miller, se capite che intendo dire, un epicità che probabilmente si rifà ai personaggi, ai miti e alle leggende a cui si ispira. Se continua così ha già vinto. Pur essendo un prequel però ha delle incongruenze con quella che dovrebbe essere la storia ufficiale, Episode G si svolgeva nel 1979, Assassin non può svolgersi molto tempo prima eppure i protagonisti usano telefoni cellurari e parlando di social network, un qualcosa di totalmente inedito all’interno della saga (la serie classica si svolgeva negli anni ’80), una scelta decisamente strana e a suo modo coraggiosa, una scelta che unita allo stile unico di Okada rende Episode G Assassin la serie più personale, ovviamente oltre a quella originale, realizzata tra gli spin off di Saint Seiya, una storia che prende la sua strada fregandosene delle rigide regole della continuity, attualizzandola, che poi di canonico nella saga c’è solo il materiale di Kurumada stesso, il resto è tutta roba in più per noi fan.
I disegni sono a colori ma purtroppo la situazione non si è fatta meno caotica. Il mio desiderio del colore, presente anche nell’edizione originale, è ahimè stato quasi distrutto dalla scelta di arricchire ulteriormente i disegni, modificando il design delle armature inserendoci all’interno delle incisioni laddove prima erano lisce, a cui si unisce l’eccessivo uso di effetti luminosi che vogliono dare lucentezza alle armature.
L’EDIZIONE ITALIANA
I volumi originali sono stati divisi in due nei cosiddetti volumi sottiletta, scelta controcorrente rispetto al resto della produzione recente dell’editore basti pensare che le altre serie dei Cavalieri dello Zodiaco, Lost Canvas Extra e Saintia Sho, rispettano il formato originale ma è anche l’unica scelta possibile per poter mantenere la colorazione ed un prezzo concorrenziale e nella media, 4,50 euro, allo stesso tempo. Inoltre data la quantità di volumi già pubblicati in Giappone questa divisione permette di pubblicare con cadenza mensile la serie senza problemi di pause per diversi mesi a venire.
CONCLUSIONE
Forse non colmerà le lacune della prima serie, i disegni continuano ad essere caotici, ma la narrazione compensa largamente e soddisfa pienamente nella speranza che si continui in questa direzione e che la trama si riveli all’altezza per quella che ha il potenziale di poter rinnovare per davvero una serie che ha fatto di certi cliché il suo punto forte.
Avevo letto qualcosa dell’inizio di Episode G: i disegni della Okada sono un po’ inadatti, ma meglio di quelli di Kurumada per sfondi e dettagli.
Dopo più di dieci anni, non ricordo più nulla, però 😛 a parte che Aiolia sembrava un teppistello fumantino come Seiya.
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uhm non son d’accordo, mi spiego, io sono fermamente convinto che i disegni di Kurumada siano pieni di dettagli, le armature sono ottime, gli sfondi invece sono nella media ma quando si tratta di templi e cose simili c’è un bel lavoro dietro, certo non è Tetsuo Hara (quello di Ken il guerriero per intenderci), la sua vera pecca sono le anatomie umane, ma tutto sommato hanno fascino a mio modo di vedere. Okada è tutto particolare, ha il suo perché e si differenzia dalla media dei manga in circolazione, se solo non si incasinasse così tanto
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Indubbiamente, tutti i riflessi che mette la Okada sulle armature rendono il disegno un po’ confuso. Diciamo che manca di equilibrio.
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Wao, davvero lo hanno adattato con quelle frasi altisonanti?
Potrebbe piacermi proprio per questo 🙂
Moz-
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Magari sarà un caso isolato ma con sto numero mi son gasato non poco!
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I Cavalieri dello Zodiaco, grande passione giovanile, sono state successivamente dolci e amari. Non ho mai apprezzato tutti gli spinoff, seguiti e cose del genere. E i disegni di questa serie mi tengono piuttosto alla larga!
E’ vero, è una storia che ha mille possibili sviluppi narrativi…ma è anche vero che è mitologia, quindi avrei preferito un arco narrativo chiuso.
Bt’x è un’opera terminata e la preferisco ai Sant Seiya…
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Sono molto simili, ma mi dicono somigliarsi un po’ tutti i manga di Kurumada. A me finora son piaciuti più o meno tutti gli spin off dei Cavalieri, chi più chi meno, non senza errori o difetti.
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