Lo strano caso di fraintendimento tra recensore e lettore

Questo è un post un po’ diverso dal solito, nessuna recensione del film o del fumetto di turno, nessuna rubrica a cui vi abbiamo abituato, no a sto giro volevo fare due chiacchiere con voi su un argomento strettamente legato al blogging, e in particolare proprio alle recensioni.

Tutto nasce da uno scambio di “opinioni” che ho avuto con alcuni utenti Facebook, avrete notato il virgolettato. Di seguito un estratto dal messaggio che tra i tanti più mi ha lasciato perplesso, per usare un eufemismo.

“Il pubblico dei blogger è come quello dei fandom e degli youtubers: fortemente polarizzato verso l’autore del blog. Ovvero, assolutamente non obiettivo.
Anche i siti dei quotidiani si potrebbero far rientrare nel discorso.
Quando entri in un blog, il blogger ama dire che: “ti devi togliere le scarpe per entrare in casa mia”. Questo è già garanzia di oppressione di libertà di pensiero. Quindi se sei diretto e dici la verità (CHE LUI/LEI NON GRADISCE), il blogger/quotidiano ti censura subito causa buonismo ipocrita magari perchè dici “le parolacce”, e perchè il blogger si inventa balle del tipo “te insulti e opprimi le opinioni altrui, non hai la verità in tasca e bla bla blea”…

…Andare in un blog significa essere alla mercè dello sfigato blogger di turno. Non c’è libertà in tutti sti cacchio di blog.”

Insomma una marea di cazzate. Quindi ci tengo a spiegare perché bloggo, perché scrivo recensioni e quale sia il mio pensiero in generale su quello che sono e quale sia lo scopo delle recensioni, anche se le persone interessate sicuramente non mi leggeranno mai. Questo post nasce un po’ col cuore, di getto, quindi non stupitevi se passerò da un argomento all’altro un po’ così, e mi scuso per la lunghezza eccessiva del post.

Beh l’esigenza di aprire un blog nasce semplicemente dal fatto di voler parlare delle cose che più mi piacciono, penso che valga per un po’ tutti i blogger, almeno per i più e sicuramente per quelli che sopravvivono alla sindrome da visualizzazioni a tutti i costi, non potete immaginare quanti ne ho visti chiudere perché non avevano “abbastanza” views… per chi mi conosce e ha già letto la voce “chi siamo” saprà benissimo che arrivo dal mondo dei forum, di come poi quel mondo sia piano piano mutuato, o meglio è cambiata l’utenza e il loro modo di rapportarsi come conseguenza di quel gran circo che è fin troppo spesso Facebook. Nonostante i rapporti nati su quel forum siano tragicamente naufragati, tutti tranne uno fortunatamente, ringrazio quell’esperienza per avermi insegnato, o meglio, spinto a scrivere, ad approfondire il mio giudizio, analizzare al meglio ciò che leggo e/o guardo.

Si arriva così ad aprire un blog, uno spazio solo mio in cui io stesso sono l’amministratore. Ma essere amministratore di un blog non significa essere dei dittatori fascisti come pensa il signore di cui sopra, certo non escludo che nello sconfinato mondo del web ci sia qualcuno che non sappia accettare alcuna replica ma qua e su qualsiasi altro blog che frequento regolarmente non succede, anzi accade proprio il contrario, capita sovente che nascano delle discussioni, scambi di opinioni, il bello è proprio questo e il meglio lo abbiamo quando queste discussioni nascono tra utenti/follower.

Ora che ci penso però un blog su cui ha commentato Clarice (la ex Isolde) non ha mai accettato la pubblicazione di un suo commento, perché vedete su alcuni blog i commenti prima di essere pubblicati passano per una moderazione in cui l’amministratore di turno poi in base ad alcune regole decide se accettare o meno il commento in questione, cosa che inizialmente facevo anche io ma che poi ho deciso di abbandonare perché preferisco che un utente o un follower possa vedersi pubblicato subito, lo trovo anche un modo per invogliarlo a tornare e magari a iniziare una discussione, è vero però che l’utente deve stare alle regole dell’amministratore, e quindi se transige ad alcune di queste regole, come che ne so insultare un altro utente o il padrone di casa stesso o persino bestemmiare, uno poi non deve stupirsi se il suo commento viene cancellato o peggio, l’utente stesso viene bloccato. Non è il caso di Clarice, il cui commento è fermo nella moderazione del blog in questione, sarà un caso che il suo commento ribaltava completamente l’articolo?

Quindi insomma, la libertà sui blog c’è ma la libertà del singolo utente finisce dove inizia quella degli altri, la replica è sempre ammessa se ci si attiene alle regole imposte dal padrone di casa o semplicemente dalla buona educazione, sui blog come su Facebook e qualsiasi altro luogo, virtuale e non. Gli scazzi ci stanno, e chi mi segue sa di cosa parlo, la totale censura assolutamente no se non per cose davvero gravi. Qua ci sono ancora i messaggi in cui un fenomeno del web mi da del vecchietto di merda (anche se ho 34 anni, vabbeh)

Arrivando alle recensioni, sulla famosa discussione, per farla semplice, e non dilungarmi troppo, diversi utenti puntavano il dito verso la categoria del blogger recensore sostenendo che le recensioni una volta le facevano solo i giornalisti professionisti iscritti all’albo e con reali competenze.

Sicuramente una volta, quando internet non c’era, erano tutti giornalisti professionisti. Cioè dubito che qualcuno nell’era del pre-web si mettesse a scrivere amatorialmente per i suoi amici. Sulle reali competenze ho qualche dubbio, quante boiate (ma boiate vere!) vi è capitato di leggere su recensioni di siti o giornali scritti da gente pagata per farlo? Ma basterebbe pensare semplicemente alla faziosità di qualunque notizia data da certi tg… Chiaramente internet ha aperto le porte a chiunque, oggi chiunque può provare a cimentarsi con la scrittura, di qualsiasi tipo, e indubbiamente nel mucchio ci sarà gente che non avrà la benché minima idea di ciò che sta facendo, e lo fa semplicemente perché può. C’è da dire però che la professione di giornalista (lungi da me definirmi tale) non prevede alcun titolo di studio in particolare ma tanta passione e capacità di comunicare, oltre che ovviamente diciotto mesi di praticantato in una redazione sotto la guida di altri professionisti, ma quest’ultima cosa sappiate che vale solo per l’Italia dal momento che nel resto d’Europa chiunque voglia svolgere questa professione può definirsi tale, l’importante, come dicevo prima, è saper comunicare, saper scrivere. (si ok, ci sono anche alcuni corsi di giornalismo che permettono di evitare il praticantato, e sicuramente studi nel campo della comunicazione aiutano).

Quindi vi sto dicendo che so scrivere? Non necessariamente, diciamo che me la cavo, a furia di scrivere il mio “stile” è cambiato, proprio nell’impostazione degli articoli, nell’usare un certo tipo di frasi piuttosto che altre, insomma come in qualsiasi cosa la pratica porta a migliorarsi, e posso dire che alcuni pezzi che ho scritto ultimamente sono stati una bella fonte di soddisfazione a livello personale, indipendentemente dalle visualizzazioni.

Ho tanta passione, quella si, passione per la lettura soprattutto, e negli anni ho acquisito una certa esperienza. C’è chi sostiene che non conta nulla l’aver letto tanto o visto tanti film ma mente a se stesso, indubbiamente una persona che ha letto 1000 titoli differenti avrà una visione critica più amplia rispetto a chi ne ha letti 1000 tutti dello stesso genere e identici tra loro, ancora di più rispetto a chi ne ha letti solo una manciata, mi pare un dato puramente statistico, certo poi il singolo ci deve mettere del suo perché se ne leggo 1000 e ne capisco 100 e dei rimanenti 900 traviso completamente senso e svolgimento degli eventi forse qualcosa in effetti non funziona. L’età conta fino ad un certo punto, forse è meglio parlare di maturità del lettore (continuo ad usare l’esempio del lettore per pura comodità), molte letture da piccolo o più giovane non le ho potute apprezzare pienamente e in qualche caso le ho completamente disprezzate ma crescendo, maturando e vivendo nuove esperienze nel rileggere le ho completamente rivalutate, a volte anche in peggio (pur conservandone un bel ricordo).

Sia chiaro, non ho la verità in tasca, ci sarà sempre qualcuno che ne saprà più di me, tantomeno voglio imporre la mia idea a qualcuno, ancora meno metto in dubbio i gusti altrui, non sempre almeno 😛 E inutile negarlo, per quanto ci si può sforzare di essere obiettivi un minimo di gusto personale ci sarà sempre, sfido chiunque giornalista o critico specializzato a negarlo, siamo umani dopotutto.

C’è una gran confusione su quello che è il reale scopo di una recensione, a parlarne anche con amici e colleghi, oltre che con utenti Facebook, ho notato una sorta di chiusura da parte di queste persone, si sentono in qualche modo attaccate e si mettono sulla difensiva rispondendo “tanto a me piace lo stesso” se gli parli male del film X, o “io non le leggo, tanto conta il mio giudizio” (e grazie al ca…) se gli parli del titolo Y.

Lo scopo di una recensione è fornire un giudizio, un analisi, un interpretazione o una riflessione a chi la legge così da aiutarlo a scegliere, se guardare questo o quel film, se leggere quel libro o fumetto, o semplicemente per confrontarsi. Certo ci deve essere un minimo di argomentazione e analisi perché a scrivere capolavoro e cagata sono bravi tutti su Facebook. Poi sta all’utente capire di chi può fidarsi o meno per le recensioni, che non significa necessariamente pendere dalle labbra del recensore/blogger di turno, o essere sempre d’accordo con lui, e nemmeno che questo sia meglio di un altro, semplicemente comprendere con chi si ha più affinità, dopo un po’ si impara anche a conoscere la persona che scrive e a comprenderlo meglio.

Per capirci, ricordo quando Doc Manhattan (de L’Antro Atomico del Dottor Manhattan) che seguo con piacere (data la sua vasta conoscenza dell’intrattenimento mediaco) ma con cui non sempre son d’accordo, parlò di Stargate, il film di Roland Emmerich, non ne parlava in buoni termini ma offriva una chiave di lettura a cui non avevo mai pensato, ovvero quella degli americani che portano la democrazia nel medio oriente, e cavolo è proprio così ma io non ci avevo nemmeno mai pensato in questi termini, pensavo solo al lato ludico del film, agli alieni, agli alieni e agli egiziani! Dopodichè io continuo ad apprezzare Stargate ma è innegabile quell’aspetto.

Probabilmente ci sarebbero tante altre cose da dire ma mi sono dilungato e vi ho annoiato fin troppo.

A voi la parola.

47 pensieri su “Lo strano caso di fraintendimento tra recensore e lettore

  1. A mio giudizio, nella vita reale come in quella virtuale, bisogna sempre porsi un importante limite: è legittimo criticare anche fortissimamente l’opinione di qualcuno, ma la critica all’opinione non deve mai degenerare nell’attacco alla persona. Di conseguenza, quando nel mio blog ho ricevuto commenti molesti ho sempre approvato quelli che confutavano le mie affermazioni e cestinato quelli che risultavano derisori, denigratori, offensivi o insultanti per la mia persona.
    Riguardo al discorso per cui “le recensioni una volta le facevano solo i giornalisti professionisti iscritti all’albo e con reali competenze”, lo trovo ridicolo. Ci sono alcuni campi (uno su tutti la medicina) dove non ci si può improvvisare: per acquisire delle competenze ci vogliono anni di studio e di gavetta, e senza quelli il tuo parere non vale niente. In ambito artistico però non ci vuole certo una laurea in lettere per cogliere la qualità di un libro, né una laurea in storia del cinema per accorgersi se un film è bello o brutto. Anzi, nel giudicare un film noto che spesso le cantonate più clamorose le prendono proprio i cosiddetti esperti, i critici, che tendono ad esaltare dei prodotti mediocri (soprattutto se sono ascrivibili alla categoria dei “film d’autore”) e a stroncarne degli altri decisamente validi. Ti vengono in mente degli esempi in questo senso?

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    • Esatto! Per rispondere alla tua domanda… onestamente al momento no, ormai leggo per lo più blogger selezionati (con cui posso essere d’accordo o meno), leggo occasionalmente Badtaste. Però posso fare un esempio capitato alla mia compagna proprio in questi giorni, ha letto una recensione di un romanzo uscito in questi giorni in cui il recensore diceva un sacco di cavolate sul finale del romanzo precedente dell’autore, non pareri eh, descriveva un finale totalmente diverso da quello reale, questo sul sito di un vero giornale, quindi scritto da un “professionista”, cosa che rende ancora più grave la cosa, anzi è inammissibile fornire informazioni tanto errate al pubblico, è fare cattiva informazione.

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      • Probabilmente il recensore in questione si ricordava male. Non posso credere che l’abbia fatto in cattiva fede perché non ne avrebbe tratto alcun vantaggio, anzi ha minato la sua stessa credibilità.
        Colgo l’occasione per consigliarti uno splendido film che ho appena finito di vedere: Poliziotto speciale. Gli ho dato 9 su imdb, e ti posso assicurare che non lo facevo da anni. Grazie per la risposta! 🙂

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          • Direi che i pareri li può esprimere chiunque. Una recensione può avere scopo “pubblicitario” (è figo, guardatelo; è brutto, se non siete fan, scappate) o “critico” (analisi di altri livelli di lettura, messaggi “nascosti”, filosofia dell’autore e cose varie) ma in sostanza, è un parere motivato – si spera – e non vedo perché andrebbe lasciata l’opportunità solo ai giornalisti.
            Che poi, la scrittura di un dilettante (o di un giornalista) su un blog e quella di un giornalista su una testata sono molto diverse, per scopi e tecniche, ammesso che delle tecniche ci siano 😉

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  2. Devo dire che se non ci fossero i blog, mancherebbero degli approfondimenti importanti. Lo hai evidenziato tu stesso: apriamo i blog per parlare delle nostre passioni. E passioni significa approfondire delle tematiche e poi dare questi approfondimenti al pubblico del web.
    La competenza è data dalla capacità di giudizio e dalla “mole” di informazioni acquisite su quella determinata passione.
    Ad ogni modo, secondo me è normale per l’utente dover rispettare il padrone di casa…
    Non significa dover dire sempre “sono d’accordo con te”, ma certo, entrare in un blog di un fan di Batman per dire che Batman fa schifo e ripeterlo in tutte le salse, benché argomentando in modo esaustivo e rispettoso, non credo sia costruttivo in fondo..
    Cioè un conto è un luogo come un forum o un gruppo Facebook che nasce per il confronto, un conto è un blog che nasce per dare dei contenuti al web.
    P.s. Per ciò che concerne i giornalisti: in realtà il praticantato si fa prima di dare l’esame e diventare giornalisti professionisti, per i pubblicisti basta semplicemente l’attività retribuita per due anni.

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    • Sapevo che mi avresti “bacchettato” sul percorso per diventare giornalista 😄 nella fretta ho omesso la cosa dell’esame dopo il praticantato 😝
      Per me il confronto con il blogger ci può essere, nei limiti dell’educazione ovviamente, certo se ci comportiamo come alcuni blogger che ben conosciamo…

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      • Il lettore deve essere aperto al confronto ed essere consapevole del posto in cui si trova.
        Allargando il raggio: un elettore di un partito può andare in un blog dove chi scrive simpatizza per il partito opposto, ma lo deve fare con senno di causa. Se iniziasse a scrivere su tutti i post sarebbe un po’ fuori posto, secondo me (a meno che si crei un rapporto tra blogger e lettore, ovviamente).
        Allo stesso tempo il titolare del blog deve certamente essere pronto ad attendere commenti contrari alla sua opinione e non utilizzare “terzi” per infamare chi fa il commento :D, come è capitato su un blog al sottoscritto 😀

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  3. Solo a leggere il virgolettato e l’utilizzo del maiuscolo, mi ha percorso un brivido. Certi individui scambiano la propria incapacià di sostenere un confronto argomentando con la censura. Non tiriamo dentro il fascismo perché presuppone la mancanza assoluta di libertà di espressione e scommeteri che tali individui su FB perderebbero d’improvviso il loro innato desiderio di libertà.
    In oltre dieci anni di blog, mi è capitato solo una volta di dovere non approvare un commento e bannare l’utente, che – come primo commento – aveva insultato un altro utente. Si chiama “buona educazione” o, semplicemente “educazione”.
    I commenti sono la linfa vitale di un blog e quelli differenti e argomentati prolungano la vita breve di un post. Aiutano, inoltre, a stabilire un contatto tra individui – per quanto virtualmente – che desiderano comunicare per davvero. Chiaro è che di base c’è una spinta alla condivisione e una comunione di interessi.
    Concordo con quanto hai scritto e non per piageria per l’admin o partigianeria in difesa del medium “blog”. Le tue considerazioni sono argomentate, nel virgolettato citato non ve n’è ombra, viene attaccata un'”etichetta” e puzza di chi a un blog non ci si è nemmeno avvicinato con una pertica.
    —-
    PS: in Italia pur non esercitando l’attività di giornalista, puoi diventare direttore responsabile di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico (esclusi quelli sportivi e cinematografici). Si chiamano “Elenchi Speciali” ed è l’Ordine regionale competente che decide su domanda dell’interessato.

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    • E pensa che ho pure eliminato delle parti. La cosa esilarante è che il soggetto in questione, ma non solo lui, parlava di “censura” da parte dei blogger di fatto impedendo alla categoria di poter dire la sua, insomma un gran cortocircuito. Ma va beh le sue “argomentazioni” erano insulti e sfottó.

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      • I social orami di “sociale” hanno la funzione di vomitatoio. La cosa drammatica è che i media tradizionali ne hanno fatto parte della loro “informazione”, spesso per sminuirli e citarli come fonte di “fare news”. Pensavano di avere trovato il capro-espiatorie della loro fabbrica di fandonie spesso pilotate negli interessi dei rispettivi editori/finanziatori.
        Non avevano immaginato che la Rete gli avrebbe soffiato pure i “clienti”. Questi tipi di utenti sono gli stessi che si aizzavano davanti a certi talk-show: ora hanno trovato come “partecipare” a quelle trasmissioni e sperano di diventarne protagonisti anche solo per due minuti di una celebrità che si conta a botte di “laik”.

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  4. Credo che il problema più grosso di alcuni sia considerare le critiche negative a un’opera come critiche negative al gusto personale di chi le apprezza… forse è pure per questo che, pur piacendomi la stragrande maggioranza di ciò di cui parlo, ne evidenzio anche gli aspetti meno riusciti (se ne ho visti nell’opera).

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      • Ricordo il passaggio, ne abbiamo parlato in privato.
        L’unico motivo per cui sui social puoi dire laqualunque con relativa impunità, è che ci sono moltissimi utenti e la moderazione non può seguirli tutti (il capoccia di Facebook vuol farci soldi, e i soldi non li fai certo assumendo un moderatore ogni cento utenti. Si getta in mischia una moderazione automaGica e via).
        Su un blog, anche uno molto seguito, non fai certo quei numeri e se puoi dedicare al blog un po’ di tempo ogni giorno, puoi moderarlo con attenzione.

        Poi vabbè, chi ha scritto quelle righe non so in che mondo viva: la maggior parte della gente non ama ricevere degli insulti, non è strano che blocchi un utente che sbotti con facilità. E bestemmiare è un terno al lotto: oggi è passibile di multa, se becchi in giro l’integralista sbagliato, c’è un rischio (pur modesto) di dover aprire il portafogli.

        Personalmente, sono di quelli che prima di entrare in un forum (ai bei tempi) si leggeva le regole e ancora oggi leggo le licenze, i termini d’uso e la privacy di un servizio qualunque. Sarà deformazione da gioco di ruolo 😛
        Per lo stesso motivo, ho imposto delle regole sul mio (anche se ho scordato di applicarle quando mi son beccato un “lecchino degli yankees” 😛 ) e non mi sembrano strette: non si insultano persone esistenti o esistite, non voglio link a servizi illegali o vendita di farmaci, non voglio bestemmie o dichiarazioni di reati, né minacce.
        Non mi pare di essere il nuovo Duce, per questo XD

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        • Lecchino degli yankee™

          Su Facebook, che sia una pagina come la mia relativa al blog o un gruppo, i moderatori di solito sono coloro che aprono la pagina, esattamente come su WordPress, i contenuti degli utenti devono essere vogilati e moderati dagli amministratori della pagina di turno. Ovviamente i messaggi sono un’infinità rispetto a un blog ma da qui a sostenere che si può fare e dire tutto come sostiene sto soggetto qua ce ne passa, e infatti gli han cancellato i messaggi provocatori e con insulti. Ovviamente lui nega sia successo 😆

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  5. Se c’è un posto, sul web, dove ho trovato il clima più adatto per discutere, sono i blog… quello più nocivo, al contrario, è senza dubbio Facebook che, guardacaso, è l’unico posto in cui mi capita di “blastare” chi commenta i miei articoli.

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  6. La prima parte del virgolettato però può essere vera in minima parte.
    Ci sono blogger che oggigiorno smuovono un buon numero di fan e la fanbase spesso e volentieri è composta da un buon numero di utenti che nei commenti non fa altro che scrivere ” hai ragione ” e ” la penso come te “, ” sei un grande ” e via dicendo, non portando argomentazioni, se non di stima.
    Reputo che sia normale che da fuori qualcuno possa pensare che ci sia una sorta di polarizzazione, e non vale solo per i blogger, ma per qualsiasi influencer in generale che nel momento in cui parla di qualcosa veicola la recensione.
    Molti che non vivono il blogging pensano che chiunque scriva qualcosa su uno spazio wordpress o blogger abbia chissà quali numeri, mentre per lo più siamo semplici affezionati di un qualcosa di cui ci piace parlare.

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  7. Articolone, Arc!
    Beh, sì, sono d’accordo con te.
    Partiamo dalle recensioni: appunto, sono analisi, confronti, giudizi che si spera siano scritti da gente con cognizione di causa e un minimo competente.
    La moderazione sui blog non mi piace. Dico sempre -e le clonebloggers mi rifanno pure il verso- che ammazza l’immediatezza. È come dici tu: io mi vedo subito il commento, io rispondo magari anche agli altri. Il blogging che mi piace è questo, francamente -a meno che non sei gente da milioni di followers con possibili flame- non comprendo la moderazone nei nostri piccoli spazi.

    Torniamo alle recensioni. Io credo che il problema reale non sia certo nei blog, come dice il virgolettato, ma sia in chi recensisce cose altrove (YT su tutti). Per un pubblico di bimbiminkia che annuiscono, e raramente (quasi mai) si vedono risposte che arricchiscono la recensione.

    Moz-

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  8. Inizialmente avevo inserito la moderazione nei commenti perché avevo pensato che il blog potesse attirare anche ragazzini (quando ancora era il blog di uno scout!), poi ho deciso di lasciarla perché non amo le bestemmie e le parolacce gratuite.
    Devo dire che mi capita poco di moderare… soprattutto con Ema! XD
    Probabilmente il tizio del commento sarà stato sfortunato, o io fortunato, ma seguo tanti blog da un po’ e mai nessuno mi ha censurato o bannato.
    Però anche io ho visto blogger, anche molto famosi (uno lo citi tu) che non amano la critica, anche piccola, e devo ammettere che è davvero fastidioso. Se non ami il confronto allora tieniti le cose per te, non scriverle dove tutti possono commentare!
    Sulle recensioni poi ci sarebbe tanto da dire… ne abbiamo già parlato, io leggo le recensioni, mi faccio un’idea ma la scelta finale di guardare/acquistare/leggere è solamente mia.

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  9. Ma in che blog è capitato ‘sto tizio? Da me c’è totale anarchia 😝
    Comunque è vero, lo diceva sempre la mia professoressa delle medie, i giornalisti sono ignoranti per antonomasia! E non solo per la grammatica. Certi strafalcioni quando trattano argomenti che non competono loro…

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  10. Ciao .
    Ti confesso che questo post l’ho letto quando hai pubblicato quello sull’essere blogger nel 2020…di rimando.
    Volevo commentare già allora ma mi chiedevo se aveva senso farlo.
    L’argomento mi interessava e volevo portare la mia di esperienza.
    Però credevo che sarebbe servito a poco , perché di fatto la penso come il lettore di Fb prendendo su certi punti del suo discorso la debita distanza.
    Non penso che i blogger siano fascisti ..ma che agiscano nella loro zona confort si , e che quello che ha scritto riguardo la libertà di pensiero non sia proprio un discorso campato in aria.
    Mi ha colpito molto quello che è successo alla tua compagna con la moderazione perché assomiglia un po’ a quello che è successo a me.
    Però c’è una differenza sostanziale….che a mio riguardo te e gli altri blogger che avete commentato questo post non avete preso in considerazione.
    Voi ragionate da blogger!
    Probabilmente quel lettore di Fb si sente “svantaggiato” a confrontarsi con un blogger , per quella serie di ragioni che ha elencato.
    Io non ho Fb e non conosco le dinamiche di questo social , me ne tengo a distanza perché mi ha sempre dato l’impressione che sia qualcosa che non posso controllare ..ma probabilmente la cosa che non ho considerato è quella che ti da il “vantaggio “ di esprimerti senza censure …aggiungo purtroppo nel bene o nel male.
    È da ignorante come sono in materia a sto punto mi vien da dire che i cosiddetti Leoni da tastiera o flame o Troll trovano terreno fertile …ma il problema per me è questo: son veramente Troll o come preferite chiamarli o lo sono solo perché non la pensano come voi blogger?
    Guarda che non è niente di personale contro te eh..! La mia è solo una riflessione.

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  11. Aggiungo che io sono un semplice lettore senza blog ( non c’è l’ho e non mi interessa averlo) e a volte commentando in giro mi sento veramente un pesce fuor d’acqua dal ritrovarmi l’unico in mezzo a tanti blogger.
    Non che la cosa mi metta soggezione ma ammetterai che mi tocca per forza dar ragione a chi in passato mi ha detto che la Blogsfera è per i blogger.
    Un lettore come quello di Fb forse pensava quello parlando di minor libertà di espressione.
    Personalmente io sono stato bannato quasi un anno fa e ho alzato un polverone …non son stato la a subire e ho trovato blogger che mi han ascoltato ( Moz,) e altri invece che per non disturbare quel blogger (solidarietà fra blogger?)…mi han cancellato i commenti.
    E ti giuro non è mai partito niente di offensivo ( parolacce , diffamazione, ingiurie) verso quel blogger …al contrario lui mi ha dedicato un intero post ..senza fare il mio nome , ma si capiva benissimo stesse parlando di me dandomi dell’idiota , del tuttologo ignorante del Troll e dell’hater!
    La vigliaccheria sta nel “prendertela” con un lettore in questa maniera .
    Non è un confronto ad armi pari quello fra un lettore e un blogger.
    La soddisfazione che ho di quella brutta storia è che quel blogger a mio avviso se creato tanta terra bruciata attorno …poi ho avuto la possibilità di dire la mia sulla questione ( visto che lui moderava i miei commenti) a chi ha seguito la discussione da Moz .
    Non puoi far passare la gente per quello che non è…solo perché la pensa in maniera diversa da te.
    Ciao

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    • Ciao e benvenuto.
      Il fatto che tu stia commentando e che io ti stia rispondendo dovrebbe essere segno di libertà, non trovi? E il fatto che tu, da semplice lettore, frequenti la blogosfera dimostri che questa non è solo per i blogger, mi pare un enorme controsenso
      Esattamente quale e cosa sarebbe la confort zone per un blogger? Personalmente mi comporto sempre nello stesso modo ovunque mi trovi sul web, se ho qualcosa da dire in più su un argomento o che io sia in disaccordo, sempre che io sappia di cosa si stia parlando se no preferisco tacere.
      Onestamente non comprendo molto la distinzione tra blogger e non blogger, se non per il semplice fatto che i primi… beh, hanno un blog. La cosa è molto semplice. Ogni angolo di web ha le sue regole, che sia un forum, un social o un blog, il visitatore deve attenersi a queste regole. In primis il rispetto altrui e l’educazione. Cose che il tizio in questione non aveva, e fidati se ti dico che nel suo caso non lo si vuole far passare per qualcosa che non era perché questa era solo la versione più pulita del suo discorso (e sono fin gentile nel definirlo così) e io di farmi insultare da chicchessia non ne ho voglia, né di persona né sul web. Magari non era un troll ma indubbiamente era un gran maleducato capace di fare “la voce grossa” solo perché protetto da uno schermo.
      L’ho detto mille volte in passato, a me che qualcuno non la pensi come me non me ne può fregare di meno, l’importante è che questo qualcuno sappia argomentare la cosa, che mi sappia dare una spiegazione sul suo disappunto. Il resto è fuffa. Nel caso di persone come quel lettore di Facebook, dove tutto comunque partiva da alcuni link a me estranei e che mi ha coinvolto solo di riflesso, non si sentono svantaggiati per i motivi espressi, semplicemente non sono in grado di sostenere una discussione con chi parla di un certo argomento con autorevolezza e cognizione di causa, prendendo il tutto come un tentativo da parte nostra di fare loro il lavaggio del cervello. Le armi pari di cui parli tu dovrebbero essere queste, la pura e semplice capacità di argomentare, in mancanza di quello e di una buona dose di apertura mentale finiscono con l’invocare il diritto di esprimere la propria opinione, cosa che però confondono spesso con il diritto di esprimere qualsiasi cavolata, e perdonami ma se una cosa non trova riscontro nella realtà rimane una cavolata sempre e comunque, indipendentemente dal fatto che uno si trovi su un forum, su un blog, su YouTube o su un social. Infine non va dimenticato che i blogger sono prima di tutto persone ed è più che normale che tra di noi ci siano alcuni vigliacchi che usano questo mezzo per fare infamate come è successo a te, non è giusto ma è normale.

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      • Ciao .
        Grazie per il benvenuto…ma non è la prima volta che passo da te.
        Di sicuro avrò commentato dei post che hai dedicato ai F.Q in passato o agli inumani.
        Ti leggo spesso anche se non commento sempre..per dirti , il post che hai fatto su Cyborg è interessante, ma conoscendo solo la versione “piccola” a cartoon dei Teen Titan , che segue mia figlia in Tv il mio commento sarebbe stato forse “fuori luogo”😀.
        Però l’articolo mi è piaciuto tanto anche se non amo particolarmente gli eroi DC.
        Chiusa parentesi , tornando a noi.
        Non ho chiaro le dinamiche di FB …te l’ho già detto.
        Quello che mi piacerebbe capire è se FB ti da quelle libertà di commentare che un blog a mio avviso invece limita?
        Al di là che siano insulti o apprezzamenti.
        La zona confort che intendo “ il blog è mio ci faccio quello che voglio e te puoi parlare perché lo decido io e finché va bene a me”.
        Il blog è una casetta che vi protegge…cosa che forse Fb non può fare.
        Ti faccio un esempio di come intendo io la libertà di espressione in un blog: il primo dove ho commentato ormai quasi tre anni fa è un blog di cinema.
        Il blogger in questione invitava a commentare scrivendo che si poteva anche offendere che il commento non sarebbe stato cancellato.
        In dieci anni di blog i commenti con insulti saranno stati due e lui , il blogger li ha evidenziati per dimostrare che le sue non erano parole al vento.
        Chiaramente erano insulti verso di lui ai quali ha prontamente risposto con intelligenza e non scendendo al livello di chi offendeva.
        Per dirti che trovo assurdo avere un blog con la moderazione giustificandolo con l’intenzione di voler tutelare se stessi e terzi da insulti e offese quando invece la vera intenzione del blogger è quella di far passare quello che vuole lui.
        Esempio è la tua compagna se non ho letto male che si è trovata i commenti bloccati dalla moderazione : e non credo che fossero insulti?
        È chiaro che il mio discorso non vale per quei blog che non hanno la moderazione.
        Però quelli che c’è l’hanno mi fan propendere positivamente verso il giudizio che fa il tuo “amico” lettore su Fb o no?
        Al di là che questo poi sia un gran maleducato ,un rompiballe qualsiasi cosa voglia tu..ma scusami io ho giudicato le frasi sue che tu hai riportato .
        “I blogger…devi toglierti le scarpe quando entri a casa loro..ecc..hanno un pubblico polarizzato ecc..” tranne il discorso sui fascisti che mi sembra pesante ma sul resto ( di quello che tu hai pubblicato ) non ha detto proprio delle cazzate eh..!
        Il pubblico polarizzato , il fatto che sia un pubblico soprattutto di blogger ( guarda quelli che han commentato questo post , ma credo non ci sia sta gran differenza neanche in altri blog eh..!) mi dimostra che i principali utenti dei blog siate voi , scusami.
        Le visualizzazioni ( parlanti come il mio caso) sono una cosa rara.

        Poi ti faccio un altro esempio ( non riguarda il tuo blog) , i blogger che scrivono libri e si pubblicizzano su altri blog ( tutti amici naturalmente, come apparentemente sembra) …trovami una recensione negativa di quel lavoro?
        A me non me frega ma converrai con me che la cosa però è poco seria.
        Nel mio caso per quello che mi è successo con quel blogger ho trovato poca volontà di confrontarsi.
        Mi è stato detto di chiarirmi per mail ..ma dico io , se la discussione comincia su uno spazio pubblico ( con altra gente testimone) perché mi devo chiarire privatamente?
        Se non accetti il confronto allora sei come dice quello di Fb per capirsi…
        Detto questo non ho niente di personale contro te.
        Ne contro il tuo blog.
        Anzi ti ringrazio per la risposta

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        • Ora ricordo, ti eri firmato come Massimiliano, si parlava dei Fantastici 4.
          Apprezzo il fatto che tu voglia commentare solo dove ritieni di aver qualcosa da dire, io per primo lo faccio, lo apprezzo di più di un commento fatto perché ci si sente in dovere di farlo.

          Vediamo di chiarirci.

          La moderazione sul web è la norma, non è un esclusiva dei blog, c’è qui, su blogspot, su forumfree e forumcommunity, YouTube, Facebook, e così via. Ogni utente ha un certo grado di moderazione nei confronti dell’utenza con cui se la deve vedere.
          Con il mio profilo Facebook personale non posso cancellare commenti e contenuti degli utenti con cui ho a che fare, ma il social mi da la possibilità di bloccare quegli utenti che per un motivo o per un altro posso ritenere scomodi.
          Nel caso però di pagine Facebook, come può essere la mia relativa al blog o quella di un editore, una band o altro, e dei gruppi di discussione, ci sono degli amministratori e moderatori che stabiliscono delle regole, esattamente come succede sui forum, e in quanto tali hanno il dovere di farle rispettare e di conseguenza il potere di cancellare i commenti dell’utente di turno che ha sgarrato. Non ci vedo nulla di strano in tutto questo, anzi mi pare più che sacrosanto, si tratta semplicemente di mantenere toni civili e rispettosi. Se il primo pinco pallino dovesse arrivare e commentare bestemmiando io non ci penserei due volte a rimuovere la cosa, non si tratta di censura ma di semplice educazione. Se cancellare insulti all’amministratore o a terze parti, o comportamenti scorretti, qualcuno lo ritiene un comportamento fascista o di parte, beh, è un problema suo.
          Ribadisco, la discussione è ben accetta ma nei limiti del rispetto altrui, vale nella vita come nel web. Poi che non tutte le ciambelle escano col buco è un dato di fatto, e nel mucchio è normale che vi siano cialtroni e repressi che abusano del loro potere, io per dire son stato bannato da un gruppo Facebook per un semplice “se lo dici tu”, non ho trasgredito alcuna regola ma l’amministratore ha ben pensato di eliminarmi, anche sui forum ho assistito a cose non correttissime da parte dell’amministrazione con il classico giochino del “due pesi e due misure”.
          L’episodio di cui parlo nel post è successo su un gruppo Facebook, proprio uno di quelli di cui parlavo prima e in cui vige un regolamento e in cui dei moderatori hanno il dovere di farlo rispettare, capirai il mio stupore nel leggere il suo disappunto nei confronti dei blogger quando sui gruppi Facebook funziona nello stesso identico modo, polarizzazione del pubblico a parte e anche le generalizzazioni si sprecano.

          E su quest’ultimo punto ti posso assicurare che il mio pubblico non è di soli blogger, non nascondo di avere ottimi rapporti con questi blogger (e non sempre andiamo d’amore e d’accordo) ma se dovessi giudicare il mio pubblico solo in base a chi mi commenta vorrebbe dire che mi leggono solo quattro gatti e fortunatamente non è così, loro sono semplicemente i commentatori più attivi, il resto è troppo pigro anche solo per provare ad effettuare l’accesso e commentare, cosa di cui non devono preoccuparsi su Facebook.

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  12. Si hai buona memoria, sono quel Massimiliano.
    Non ricordavo di essermi firmato per intero.
    Ti ringrazio per la tua gentilezza e i chiarimenti…ci son tante domande che mi verrebbe da farti alla luce di quello che mi hai risposto , ma non voglio approfittare del tuo tempo e della tua disponibilità.
    Grazie mille ciao

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  13. “le recensioni una volta le facevano solo i giornalisti professionisti iscritti all’albo e con reali competenze.”
    Questo punto mi sta particolarmente a cuore. Potrei dire un miliardo di cose, ma per farla breve pensiamo a quanti film sono stati stroncati dalla critica “professionistica” e poi rivalutati nel tempo, diventando poi dei cult. Il giornalismo professionistico credo abbia perso molto smalto perché fa molta fatica a capire le dinamiche della rete, e oggi le corre dietro con fare maldestro.
    Oggi mi fido molto di più a leggere le recensioni degli appassionati sui blog di quelle sui giornali, anche specializzati, che molto spesso glissano sui difetti di un film e sono più magnanimi (ci sarebbe da fare tutto un discorso sulle pubblicità, sul modo in cui quei siti o giornali si mantengono in vita: le necessità di fare informazione con quella di non sputare sul piatto in cui mangi, ma è un campo minato).

    Il vero problema dei blog (che non è un problema dei blog) è che sono stati sempre un mondo più piccolo, e a cui “il grande pubblico” non è stato educato. I grandi social network hanno dato la possibilità a tutti di commentare, ma quella sui social è una comunicazione più veloce, più istintiva. Nei blog si ha un tipo di comunicazione diversa. Il social è la piazza, il blog è la casa di qualcuno, il paragone è calzante. E’ lo spazio curato da una persona che ci dedica il suo tempo e la sua passione. Perciò posso capire che chi magari è abituato allo stile tipico dei social (che spesso è molto più tagliente e polemico) possa commentare senza cogliere la differenza tra questi spazi, e chi lo amministra si possa irritare.
    Esempio del tutto ipotetico:
    Se Tizio fa la recensione di un film qualsiasi, e Caio sotto fa la sparata “questi film sono per sfigati che non capiscono niente”, ora questo è un tipico commento da social, ma se avessi un blog cancellerei un commento simile, perché crea “in casa tua” un ambiente di discussione che non sarebbe costruttivo, ed è una generica offesa a chi di quel film ne parla, a chi ne legge e commenta ecc.

    I discorsi sulla libertà di espressione in rete mi fanno sempre irritare molto, perché se certi social sono una fogna è per questa idea che là si possa dire o fare qualsiasi cosa, che tutto sia relativo. Perché “l’ideologia social” ha diffuso l’idea (molto pericolosa) che non esista più niente che sia giusto o sbagliato e che tutto sia relativo, tutto sia una questione di libertà di espressione personale. E non è così. Esistono cose giuste e sbagliate. Modi di parlare corretti e scorretti. Per molti il blogging è un rifugio e una difesa verso questo stato di cose.

    Scusate il post chilometrico.

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    • Ciao e benvenuto, ti ho già incrociato in altri lidi ma mi pare sia la prima volta qua. Non devi scusarti, i commenti chilometrici sono i benvenuti, specialmente se ben argomentanti. Che dire, concordo su tutto, si preferisce la chiacchiera da bar al dibattito vero, su Facebook le regole dovrebbero essere le medesime ma i social media menager non riescono a stare dietro a tutti i post di tutti gli utenti permettendo che questa piaga dilaghi, sui gruppi i moderatori riescono un po’ meglio nell’impresa ma è sempre difficile far rispettare regole così basilari.

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      • Bazzico i blog di cinema, sono arrivato qui da un link postato sulla Bara Volante di Cassidy.
        Il fulcro della faccenda è che l’utente medio, che ha iniziato a usare internet con l’avvento di Facebook e dei social in genere, non ha la cultura della moderazione, nel senso della presenza dei moderatori (e anche nell’altro senso). Chi viene da esperiente di forum e blog è che ce l’abbia perché sia più civile o intelligente degli altri, semplicemente l’ha appresa.
        In passato sono stato su vari forum e sono stato ripreso dagli amministratori, magari per piccolezze, ma c’erano modi di discutere che non erano apprezzati o ammessi, esattamente come capita di essere ripreso nel clan di una community di gioco. E sono piccole correzioni “educative” che servono tantissimo. Io che mi ritenevo civile, sono stato comunque educato dai richiami di utenti più esperti. Una persona dovrebbe avere l’intelligenza di capire che gli spazi di discussione sono subordinati a certe regole. Poi c’è chi preferisce buttarla in caciare e non accettarle, e scrive messaggi tipo quello preso ad esempio nell’articolo.

        La (non)cultura del commento selvaggio è alimentata malamente tanto dai social quanto dai siti dei giornali online, dove si leggono le peggio cose. E c’è chi scambia i blog per un ambiente simile, non li distingue minimamente.
        E questo è un altro dei guai del “giornalismo professionistico”, arrivato tardi alla rete e ancora oggi incapace di comprenderne certe regole. Se perfino i giornalisti alimentano la cultura dello scontro e dell’insulto, diventano una parte integrante di un sistema malato.

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        • Anche io arrivo dai forum,so bene di cosa parli anche se, come spiegavo a Max, pure in quell’ambiente non mancano casi di abusi di potere o censura, e purtroppo oggi il modo di interagire sui social si è spostato contagiando i forum.
          Si preferisce la chiacchiera da bar piuttosto che un dialogo vero.
          Spero di rileggerti ancora da queste parti

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