Dallo scorso 7 Ottobre è disponibile su Amazon Prime Video la prima stagione di Doom Patrol, serie tv basata sull’omonima serie a fumetti della DC Comics e spin-off di Titans, anche se pare siano ambientate in due continuity diverse, valli a capire. Parliamone.
C’è proprio da ammetterlo, a sto giro i tipi della DC e della Warner hanno fatto le cose proprio come si deve. Doom Patrol è semplicemente una delle cose più folli che io abbia mai visto, ed è esattamente tutto quello che doveva essere.
Doom Patrol nasce nei fumetti nel 1963 e potremmo definirla tranquillamente come una serie minore nel parco testate della DC Comics, solo a cavallo tra anni ’80 e ’90 diventa una serie di culto tra i lettori di fumetti grazie al lavoro svolto dallo scrittore scozzese Grant Morrison che ne rivoluziona totalmente l’idea immergendo questi bizzarri personaggi in avventure surreali. La serie tv si ispira proprio a questa versione e pur prendendosi più di una libertà narrativa, giustamente aggiungerei, ne rispetta pienamente lo spirito ma rendendola appetibile al grande pubblico a digiuno da fumetti e metanarrazione, perché per quanto bella la serie di Morrison non è esattamente di facilissima comprensione, pur non essendo ermetica quanto altre sue opere.
Ma di che parla Doom Patrol? Parla di questo gruppetto di bizzarri personaggi che per un motivo o per un altro sono dotati di poteri o capacità metaumane talmente strane da renderli dei reietti anche in un mondo in cui i supereroi sono la norma. L’ex attrice Rita Farr/Elasti Woman (April Bowlby), capace di allungarsi, rimpicciolirsi, cambiare forma e altre cose disgustose dopo essere venuta in contatto con un gas tossico, ha poco controllo sul suo corpo e deve concentrarsi molto per mantenere la propria forma; Kay Challis è Crazy Jane (Diane Guerrero), affetta da personalità multiple, ognuna dotata di un superpotere diverso; Cliff Steele/Robotman (Riley Shanahan e Brendan Fraser) è un ex pilota di auto il cui cervello è stato trapiantato in un robot dopo un terribile incidente; Larry Trainor/Negative Man (Matthew Zuk e Matt Bomer) è un ex pilota militare ospite di un entità aliena incorporea che ha reso il suo corpo radioattivo. Tutti loro sono guidati da Niles Caulder/Chief (Timothy Dalton), un importante dottore specializzato nell’aiutare persone come loro, e proprio la sua scomparsa metterà in moto gli eventi della serie, in cui questi particolari soggetti si troveranno ad affrontare Mr. Nobody (Alan Tudyk), un ex scienziato divenuto una sorta di ombra vivente in grado di alterare la realtà. Ad aiuarli nella loro ricerca si unirà il supereroe Cyborg, alias Victor Stone (Joivan Wade). Non mancheranno altri personaggi ma non voglio spoilerare.
Come dicevo poco sopra la serie pur avendo una propria identità narrativa riesce ad essere fedele al materiale originale senza essere troppo criptica e cervellotica per lo spettatore casuale, anche se necessita di un minimo di attenzione, e stranamente riesce ad essere una serie perfettamente godibile a sé, potrebbe benissimo finire qua e avrebbe senso, niente cliffhangerone che rimandi ad una seconda stagione, la storyline inizia e finisce nel corso di questi quindici episodi chiudendo perfettamente il tutto. Rispettosa del materiale originale già rivolto ad un pubblico maturo, Doom Patrol a differenza di Titans, che era matura solo in apparenza, riesce per davvero ad essere una serie tv matura senza mai essere seriosa, la storia e i personaggi sono ben scritti e coerenti con le loro azioni, nonostante qualche caduta di stile, soprattutto nei primi episodi, con un po’ di sangue e linguaggio scurrile a volte un po’ gratuito ma tutto è più giustificabile e soprattutto contestualizzabile proprio grazie a quell’umorismo e a quella follia che permea ogni episodio. I protagonisti compiono tutti un percorso di accettazione del proprio essere, un qualcosa che va ben oltre le loro tragedie, il loro aspetto e i loro poteri, in una sorta di terapia di gruppo, una specie di breakfast club con superpoteri e persone più adulte.
Anche la presenza di Cyborg, personaggio totalmente estraneo a questo non team nei fumetti e probabilmente inserito come quota nera, trova una sua logica e non risulta forzato, essendo lui un eroe la cui evidente condizione fisica di metà uomo e metà macchina lo rende “diverso” tanto dagli altri eroi quanto dalle persone normali, tanto nelle capacità quanto nell’aspetto, esattamente come Cliff, Rita e compagnia. Ad oggi la miglior versione live action del personaggio.
Sicuramente non la miglior serie televisiva basata su dei supereroi, in questo momento in cui il piccolo schermo è saturo di serie tv sui supereroi, decisamente più del cinema, e si cerca di variare il tema proponendo storie e personaggi disfunzionali, con titoli quali Legion, The Boys e Umbrella Academy, quest’ultima in particolare figlia spirituale proprio dei fumetti di Morrison, Doom Patrol arriva forse un po’ “tardi” e non riesce ad essere raffinata quanto le serie sopracitate ma senza ombra di dubbio è la miglior serie televisiva basata sui fumetti DC Comics (ma potrei cambiare idea una volta visto Swamp Thing), sia per fedeltà che per risultato finale, con un buon cast e buone interpretazioni, ma devo ammettere che mi piange il cuore nel vedere Brendan Fraser ridotto così.
Con il passare dei mesi, il vostro blog ha riempito nel mio cuore il vuoto che era ahimé stato lasciato dall’abbandono da WordPress dell’amico e collega blogger PizzaDog… Si, perché per me lui era diventato rapidamente il mio guru indiscusso in quanto a trasposizioni cinematografiche e televisive dai comics statunitensi ed inglesi, condividendo assieme gioie e dolori, con le fedeltà pedisseque e gli splendidi tradimenti con cui i nostri eroi della carta stampata venivano portati sul piccolo e sul grande schermo.
Lo stile che vi condrattisntingue, in particolare il tuo, Arcangelo (più versato in campo supereoistico della tua sodale compagna agente federale cacciatori di assasini seriali) è anche molto simile, specie nel non dimenticare mai il fumetto di partenza (in questo caso l’opera decisamente poco mainstream ed anche assai complessa di Morrison), ma senza nemmeno restare schiacciati ed appiattiti su una non necessaria sussidiarietà nel soggetto e nella trama, cosìcche alla fine, nella somma fatta dal vostro giudizio critico, possa prevalere la ricerca dello spirito dell’opera originale, prima ancora della corretteza filologica dei personaggi e della storia stessa.
Sottoscrivo ogni parola che hai usato, infine, per parlare di questo “esperimento televisivo” della Doom Patrol, insperabilmente azzeccato e decisamente migliore della serie di cui parrebbe essere uno spin-off (pur essendomi piaciuta più di tutte le altre serie prodotte da Berlanti, anche per me Titans era alla fine molto meno matura di quanto spacciava in molte scene): aldilà del delirio esibito e compiaciuto, in questa fiction non sono poche le perle regalate allo spettatore, come l’episodio con il meraviglioso personaggio di Danny, la strada genderqueer capace di teletrasportarsi ed oasi e rifugio per i diversi di ogni tipo (nonchè vera antitesi poetica al Former Bureau) o quello dedicato alla descrizione dell’Underground dentro la mente di Jane…
Sono davvero felice, Arcangelo, che tu abbia dato la giusta dignità ad una fiction che altrimenti poteva solo essere scambiata per bislacca e surreale, quando invece è molto, molto di più.
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Grazie Kasa, per le belle parole e per avermi dato almeno tu soddisfazione per sto pezzo, non se lo è filato quasi nessuno 😆 pizzadog manca anche a me, spero sempre in un suo ritorno, ogni tanto passa a commentare.
Sin da piccolo sono abituato da un Batman di Burton qua e un The Mask di là a non cercare la fedeltà assoluta, per i supereroi mainstream poi è quasi impossibile e qualora non vi fosse cerco almeno una sua coerenza interna, motivo per cui non ho apprezzato i lavori di Snyder dove tolto l’aspetto più tecnico rimane un gran casino narrativo, per esempio non ho gridato allo scandalo per il Batman che uccide quanto per la resa di quella scelta, e la stessa cosa per Titans dove tutto il contorno non riesce a non farmi pensare agli enormi problemi di scrittura che ha, più impegnati ad urlare quanto siano maturi e cupi che ad essere scritti bene e con coerenza.
Ti devo confessare però che a modo loro ho amato e amo tutt’ora le altre serie di Berlanti nonostante non le segua più da un paio di annetti ormai, con tutti i loro difetti, Dio sa quanto le ho anche criticate, in qualche modo riescono ad avere cuore e oggi non è scontato con tutte le serie tv che vengono prodotte, da quando il livello si è alzato mi pare che tutto si sia fatto anche più freddo e non tutti riescono a fare un qualcosa di alto livello ma con cuore allo stesso tempo, e quando vi è solo uno o l’altro… scelgo l’altro.
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Chapeau, Arcangelo, chapeua…
Più che una semplice risposta ad un mio commento, la tua sembra la mission di un’intera carriera di blogger, la ragione profonda per la quale alla fine qualcuno decide di scrivere di cinema, film e fumetto e sperare di poter condividere con persone che abbiano interesse… È il cuore che ti comanda, controllato dal cervello, certo e dalla cultura, ovviamente, ma alla fine è sempre il cuore che vince.
Alla luce delle tue parole, assolutamente illuminanti e veritiere, ho persino rivalutato le altre serie del Berlantiverse ed ho deciso di rimettermi in pari!
Continua così, Arcangelo!
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