A cinque anni dal secondo libro torniamo a parlare della EX-Series di Peter Clines, la saga fantascientifica che unisce supereroi e zombie, con EX-Communication. Cinque anni perché la pubblicazione italiana della serie da parte di Multiplayer Edizioni è stata interrotta proprio con il secondo volume lasciando con la bocca asciutta chi come me aveva apprezzato, per cui l’anno scorso quando mi recai a Londra per il mio viaggio di nozze fui felicissimo di trovarlo tranquillamente nelle bellissime e grandissime librerie locali nella sezione Sci-Fi, ovviamente in lingua originale.
Dove eravamo rimasti? In Ex-Patriots Mighty Dragon, Stealth, Zzzap e Cerberus hanno fatto la conoscenza degli Indristruttibili, un gruppo di super soldati creati nel progetto Krypton e guidati da Capitano Freedom (che è il suo nome, non un nome da tutina), dopo il classico scontro iniziale tra eroi i due team (chiamiamoli così) si sono uniti per affrontare la minaccia di Legione.
Ex-Communication inizia alcuni mesi dopo, la comunità protetta dagli eroi si è spostata in una nuova località e ha eretto delle mura di difesa con l’aiuto dei soldati di Freedom per respingere i continui attacchi di Legione. Ma i nostri inaspettatamente devono fare i conti con due ritorni dalla morte: Maddie Sorensen, figlia adolescente del Dr. Sorensen a capo del Progetto Krypton, ormai trasformata in zombie ma ancora pienamente cosciente e senza la fame tipica degli zombie, e Max Hale, lo stregone eroe un tempo noto come Cairax Murrain, dal nome del demone a cui era legato, ma la sua resurrezione pare aver scatenato sulla comunità di sopravvissuti una minaccia ancora più grande degli ex, proprio quel Cairax Murrain a cui era legato, ora privo del suo controllo e intenzionato portare distruzione e ad uccidere Max.
Se in EX-Patriots si aveva un’impressione almeno all’inizio, che gli zombie fossero stati messi da parte in favore di una più classica storia di supereroi per poi tornare centrali verso la fine del romanzo, non posso dire lo stesso di EX-Communication dove a parte qualche momento con Legione è chiaro che questi siano stati messi totalmente sullo sfondo a favore di altro, ma non per questo ho trovato il libro meno avvincente dei precedenti. Lo stile di Clines segue lo schema dei precedenti capitoli, con capitoli narrati in terza persona per gli eventi del presente e capitoli narrati in prima persona per i flashback, a sto giro dedicati alle new entry Maddie e Max, anche se in realtà Cairax era già presente come superzombie nel primo romanzo, o forse era il secondo? Va beh, non importa ora (è necessaria una rilettura). Entrambi i personaggi mi son piaciuti molto. Maddie è una teenager in tutto e per tutto, è evidente il lavoro di ricerca fatto dall’autore per rendere il personaggio una ragazza credibile senza farla comportare come un ragazzo, ed essendo Clines uomo la cosa non è esattamente scontata, è simpatica e prende piuttosto bene la sua “nuova” condizione di zombie, il virgolettato è d’obbligo perché da quando è stata trasformata soffre di un disturbo sulla memoria a breve termine, forse la prende troppo bene, una volta fatta la conoscenza degli eroi direi quasi con entusiasmo vedendo la cosa da un punto di vista positivo sfruttando il fatto di non essere vista dagli zombie autonominandosi Corpse Girl. Max invece è un bastardo cinico, direi che l’ispirazione principale per il personaggio sia il ben più famoso John Constantine, e direi che c’è ben poco da dire se conoscete il personaggio, per gli altri mi limito a dire che è decisamente borderline nel suo modo di agire, non aggiungo altro perché finirei col farvi spoiler, se mai vorrete recuperare questi romanzi. Nonostante sia l’unico personaggio visibile in copertina viene messa totalmente da parte Cerberus, e un po’ mi dispiace, in favore di Captain Freedom che qui svolge un ruolo centrale, la cosa è giustificata dal fatto che Danielle, l’inventore e riluttante pilota dell’armatura da combattimento Cerberus ha iniziato ad isolarsi sempre di più e non ha ancora superato la morte di Gorgon (nel primo romanzo), ma son cose che capitano quando si ha a che fare con più protagonisti.
La lettura di per sé non è stata difficile, anche in lingua originale lo stile di Clines è scorrevole e coinvolgente come nei precedenti lavori, anche nelle parti più complesse la comprensione della sequenza è sempre chiara. Il suo fiore all’occhiello rimangono sempre le sequenze d’azione, è davvero bravo nel narrarle, te le fa proprio vivere. Come consuetudine non mancano le citazioni ad altre opere, e soprattutto come non volergli bene dopo che ti cita Swamp Thing di Alan Moore?
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