Spaccapad #2: Captain Tsubasa, Tony Hawk e Star Wars

I videogiochi giocati tra Settembre e Ottobre 2022

Non ricordo di aver mai preso una cantonata come per Captain Tsubasa: Rise of a New Champion, forse giusto Hellboy: Science of Evil per PS3 ci si avvicina. Non mi piace il calcio ma amo i fumetti e gli anime, questi miei due lati fanno un po’ a botte quando i parla di Holly e Benji, ovvero Captain Tsubasa, non sono mai stato fan della serie ma alla fine mi ci sono un po’ affezionato a questa serie sportiva che di sportivo non ha niente. Avevo già giocato a un videogioco della serie totalmente in giapponese ai tempi della PS2 e mi ero discretamente divertito, quando seppi di questo nuovo videogioco per console di ultima generazione, per di più geolocalizzato per via dell’anime remake trasmesso in tutto il mondo, ero curioso di provarlo convinto che mi sarei divertito in egual modo. L’occasione per giocarci si è presentata con gli sconti di fine estate sul PSStore, e niente, i 12 euro peggio spesi della mia vita. Gameplay legnoso, di certo non mi aspettavo un gioco sul calcio vero, non lo volevo nemmeno, qua si rubano letteralmente la palla a suon di spallate, il brutto di sto gioco per me è che nel bel mezzo delle partite della campagna storia di Tsubasa, quella che ripercorre la storia dell’anime, partono delle sequenze perché sì e già questo lo trovo odioso, spezza eccessivamente il ritmo e spesso ti fa trovare in svantaggio solo perché nel manga va così, il che mi andrebbe anche bene se avesse un gameplay migliore ma così non è, mi sono ritrovato spesso ad inseguire il pallone e a cercare di capire chi stessi comandando perché il gioco di sua volontà ti cambia il giocatore in uso in base a dove sta la palla, e anche qui mi starebbe bene… ma non quando ho già un altro giocatore in uso e più vicino alla palla. Ho faticato non poco a superare le prime tre partite al livello di difficoltà più basso, livello imprecazione supremo e non posso nemmeno darlo dentro al Gamestop. Disinstallato per evitarmi un esaurimento nervoso. Magari in futuro ci riproverò.

Invece con Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è stato letteralmente un tuffo nel passato, francamente ancora non ho capito se si tratti di un remastered o remake dei due storici giochi usciti per PS1 rispettivamente nel 1999 e nel 2000, la grafica è totalmente rinnovata ma il gameplay è identico a quello di una volta, non cambia veramente di una virgola, allo stesso tempo presenta elementi nuovi come alcuni nuovi pro skater come Riley Hawk, figlio di Tony, e soprattutto donne come Leticia Bufoni e Lizzie Armanto, tutti già apparsi in titoli più recenti della serie ma totalmente assenti nei primi capitoli, mentre è assente per ovvi motivi di licenza Spider-Man che era un personaggio segreto di Tony Hawk’s Pro Skater 2.
Essenzialmente il gioco era già identico tra il primo e il secondo episodio, cambiano le location ma il gameplay è sempre quello, il tour mondiale si esaurisce in poche ore di gioco se si ha già manualità con il titolo ma a sto giro si può giocare anche online dove però ci sono dei veri e propri mostri che nel giro di poco sono capaci di fare punteggi milionari. Rimane un titolo imprescindibile che consiglierei sempre.

Concludiamo con Star Wars: Jedi Fallen Order, gioco sviluppato da Respawn e distribuito da EA che ho amato quanto odiato, non scherzo. Il protagonista è Cal Kestis, un giovane padawan sfuggito all’Ordine 66 che si ritrova costretto ad uscire dall’ombra e tornare a combattere contro il neonato Impero e soprattutto a ricongiungersi con la Forza per cercare di rifondare l’ordine Jedi. Narrativamente parte un po’ nell’anonimato e simile ad altre mille storie già narrate di Star Wars per poi cambiare rotta verso la fine instillando dubbi sul personaggio e sulla sua missione, tutta l’ultima parte della storia è veramente interessante, l’atto finale poi è di altissimo livello e a mio parere nel complesso funziona meglio di quanto visto nelle ultime serie TV, soprattutto Kenobi con cui condivide una storia simile e la presenza degli Inquisitori. Per quanto riguarda il gameplay Fallen Order è deciamente migliorabile, è una sorta di Metroidvania, si avanza lungo diversi pianeti dell’universo di Star Wars, le aree sono esplorabili liberamente, in diversi punti della mappa sono presenti dei punti di meditazione per ripristinare la salute e salvare la partita, cosa che però porta al respawn dei nemici, un po’ come in Grimvalor di cui vi parlai tempo fa, il respawn è utile a livellare il personaggio per guadagnare punti da spendere nell’albero delle abilità ma sin dall’inizio gli avversari, ad esclusione di boss o creature grosse non danno poi molta esperienza indipendentemente dal tuo grado di abilità, ora che si guadagna un punto passa veramente tanto, a meno che uno non si metta proprio di sua volontà a lottare e lottare in prossimità di un punto di meditazione, la lotta invece è proprio un buco nell’acqua secondo me, comandi piuttosto scomodi, non è esattamente il massimo della reattività e la Forza si esaurisce davvero in un attimo, la Forza si riacquista combattendo ma la disparità tra il consumo e il guadagno è sempre troppo grande, il grosso della difficoltà, specialmente con i boss, l’ho riscontrato per i limiti dei comandi del gioco stesso e non per mia incapacità, può sembrare una scusa ma ho letto diverse recensioni che riscontravano gli stessi problemi, ma soprattutto non c’è il viaggio rapido… gli sviluppatori volevano che i giocatori esplorassero al massimo il loro gioco, va bene ma per chi vuole fare i collezionabili diventa una roba ancora più noiosa dal momento che ti costringe a ripassare tutte le volte necessarie dallo stesso punto e a fare certi percorsi non è che ci volesse esattamente poco. Al netto di tutte queste mancanze però un gran bel gioco che ho spolpato al 100%, trofei completi (vedi alla voce viaggi rapidi…), un fan di Star Wars non può lasciarselo sfuggire, sicuramente è tra i migliori del franchise che ho potuto giocare, che non sono poi tanti, a breve uscirà il sequel dove spero abbiano migliorato queste cose.

3 pensieri su “Spaccapad #2: Captain Tsubasa, Tony Hawk e Star Wars

  1. Sono una schiappa totale ai videogiochi e in pratica non ne tocco più uno da anni e anni, ma adoro questa forma narrativa, ormai ai vertici, quindi mi piacciono queste tue recensioni, che non si limitano a semplici “referti tecnici” – come troppo ho spesso ho trovato in Rete – ma parlano anche della narrativa del gioco, per me importantissima.
    Se nelle serie TV di “Star Wars” mettessero la perizia messa nei giochi allora forse sarebbero meno inguardabili di come sono: su “Galaxy of Heroes” mi ero procurato il personaggio di Andor in attesa dell’uscita della serie ma poi non sono riuscito a finire neanche il primo episodio 😀 Mi dà più soddisfazione l’Andor digitale, che sto potenziando pian piano.
    Preferisco di gran lunga la narrativa videoludica, grazie quindi per avermi parlato di questo gioco: mi sa che mi spulcio il gameplay su YouTube.

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    • Di tecnico non so nulla per cui parlo di cosa mi piace o meno e la narrativa in un videogioco per me è importantissima, per farti un esempio Tekken 7 è un bellissimo gioco ma narrativamente fa pietà, l’ho abbandonato nel giro di una settimana, molti invece se ne fregano tanto gli basta menarsi con gli altri e fine. Apprezzo però il tuo complimento. Su Andor ti rispondo nell’altro commento.

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      • Completamente d’accordo: qualunque sia il medium per me la narrazione è al primo posto 😉
        Per carità, ho passato anch’io le mie belle ore a menare ai picchia-duro e a sterminare gente agli spara-tutto, per puro sfogo e divertimento, ma poi quando si gioca “seriamente” a contare per me è la trama. Infatti sono fra i pochissimi al mondo ad aver apprezzato “Aliens: Colonial Marines”, disprezzato universalmente, perché ha una trama e una narrazione che considero nettamente superiore ai film alieni del nuovo millennio 😛

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